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Nella notte di Natale del 1883,
chiuso nella sua cameretta in un albergo
di Berlino, uno studente provava e
riprovava a far girare davanti al
proprio volto un disco di cartone con
dei fori... Sembra una favola, ed invece
. . . |
è la storia della televisione ! |
Tutt'altra cosa rispetto
all'evoluzione tecnologica propria dei
nostri tempi. |
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La
storia della TV appartiene ancora a quel mondo di
pionieri che dilapidano i propri soldi in invenzioni
assurde, di personaggi geniali che rinunciano a
realizzare i loro sogni perchè non hanno i ventimila
franchi o i marchi che servono a realizzare un
prototipo. E' fatta di liti sui brevetti, di idee
avute in contemporanea, copiate e perfezionate. Il
teatro è essenzialmente l' Europa del secolo scorso
per i principi più remoti e l' Europa dei primi
decenni del nostro secolo per i primi risultati
concreti. Non manca qualche puntata nei laboratori
degli USA, ma non sono così importanti come ciò che
viene ottenuto in Germania, o In Francia, o in
Inghilterra. |
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Kaiserliches Patemptamt |
E' il
brevetto di Nipkow, depositato il 4 gennaio
1884. Nipkow racconta di aver fatto la sua
scoperta la vigilia |
del Natale
dell' 83. Vide la applicazione del suo
brevetto solo dopo una cinquantina d'anni. |
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questa è
un'immagine scandita a 30 linee |
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questa è
48 linee di risoluzione verticale. |
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qui si
arriva addirittura a 150 linee!
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Principio
di funzionamento del disco di Nipkow.
Immaginiamo che l'immagine da scansire
sia un buco della serratura. Il disco di
Nipkov è in grigio-verde, e porta un
certo numero di fori (giallini)
opportunamente distanziati e dislocati
dal bordo all'interno. Immaginiamo di
far girare il disco in senso orario. Il
primo foro passa sull'immagine e legge
il cerchio. Il secondo foro legge il
triangolo, il terzo legge lo scuro della
porta. Si sono avute così tre
"strisciate" dell'immagine, ciascuna con
una variazione di luminosità
(porta/foro/porta) che codifica
l'immagine. Un numero di fori ( e
quindi, di linee con cui viene letta
l'immagine) adeguato, permette di
riconoscere i soggetti posti davanti. Si
veda le due immagini più sopra, con le
due ragazze.Notate che serve un disco di
grandi dimensioni, per impedire che le
righe restino righe e non degli archi.
Se
si monta un sensore di luminosità che
trasforma le striscie in un segnale
elettrico, ecco che questo può essere
trasportato a distanza (es. con la
diffusione radio) e ricostruito con una
lampada che emette luce in maniera
proporzionale al segnale elettrico,
ovvero alla luminosità che ha generato
il segnale. |
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L'apparecchio di Baird .
Si
noti il grande disco di Nipkow.
Sul lato la lampada che genera
l'immagine. |
Il disco
di Nipkov venne poi
abbandonato e sostituito dal
cinescopio. |
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L’idea di
poter trasmettere a distanza una immagine deve certamente
aver affascinato tutti gli studiosi dell’inizio del secolo
scorso. Per poter realizzare un sistema del genere, ai due
estremi dell’apparato devono essere posti due dispositivi
con funzioni specifiche: uno deve essere sensibile alla luce
e “catturare” l’immagine, l’altro deve potersi “illuminare”
per riproporre l’immagine. I progenitori di quelli che
sarebbero diventati la Telecamera e la Televisione videro la
luce durante i primi esperimenti intorno ai dispositivi a
vuoto, qualche anno prima dell’invenzione della valvola di
Fleming. Nel 1897 Karl Ferdinand Braun presentò un
“oscilloscopio a raggi catodici”, precursore del moderno
tubo catodico. Si trattava di un dispositivo a catodo
freddo, quindi il raggio catodico veniva formato grazie a
una elevatissima tensione anodica, che portava gli elettroni
a impattare con una superficie ricoperta di fosforo, che si
attivava mostrando un punto luminoso. Una rudimentale bobina
di deflessione veniva attraversata dalla corrente fornita
dal dispositivo da analizzare, causando lo spostamento del
raggio lungo una linea verticale. La scoperta del fenomeno
termoelettronico portò Johnson e Weinhart nel 1922 a
realizzare un tubo catodico a catodo caldo, simile alle
comuni valvole. Questo divenne a grandi linee il tubo
catodico della nascente televisione. Nel 1900, J. Elster e
H. Geitel sperimentarono un primo rudimentale “fotocatodo”,
mentre Philipp Lenard, due anni dopo, definì in modo
particolareggiato le emissioni fotoelettriche. L’apparato di
Lenard era costituito da due placchette metalliche poste in
una mpolla di vetro sotto vuoto e collegate con un
generatore di tensione, quando un raggio di luce colpiva la
placchetta a potenziale negativo, si poteva osservare un
passaggio di corrente nel collegamento esterno. Era quindi
stato appurato che la luce poteva attivare l’emissione di
elettroni e la differenza di potenziale tra le placchette
innescava un flusso di corrente nel vuoto. Da questi studi
nacque la fotocellula nel 1910, mentre per arrivare al tubo
elettronico della telecamera bisognerà aspettare fino ai
primi anni 20. Nel 1923 uno scienziato russo emigrato negli
USA, Vladimir K. Zworykin, depositò un brevetto per tubo di
ripresa televisiva, chiamato Iconoscope, mentre nel 1927
l’americano Philo T. Farnsworth, dimostrava un sistema
televisivo completamente elettronico. Quando, nei primi anni
30, la RCA presentò un suo sistema televisivo basato sul
lavoro di Zworykin, i due inventori finirono per scontrarsi
a livello legale per ottenere la paternità dell’invenzione. |
Nel 1932.
mentre negli Stati Uniti si discuteva sulle attribuzioni, in
Inghilterra iniziava, da parte di McGee e Tedham della EMI,
lo sviluppo di un nuovo tubo di ripresa, l’Emitron. La
creazione di un apposito tubo catodico detto Emiscope,
completò il sistema. nel 1934 la Emi si fuse con la Marconi
e nel 1936 la BBC inglese, dopo aver sperimentato il sistema
elettromeccanico di Baird, iniziava le prime regolari
trasmissioni televisive basate sul sistema completamente
elettronico della Marconi-EMI.
Nel 1936, in Germania, dopo un inizio di trasmissioni
sperimentali nel 1935, vennero anche trasmesse le immagini
delle Olimpiadi di Berlino, ma le riprese utilizzavano un
complesso sistema misto tra pellicola e scansione
elettronica.
Sul finire degli anni 30 la Televisione era quindi matura
per l’esordio, ma lo scoppio della guerra bloccò ulteriori
sviluppi. L’entrata in guerra degli USA avvenne alla fine
del 1941, dando modo alla DuMont di iniziare un regolare
servizio di trasmissioni, mentre nel 1943 nasceva la ABC.
Durante il conflitto la televisione ebbe sporadici usi sia a
livello bellico che di intrattenimento per i militari.
Alla fine del conflitto ripresero le regolari trasmissioni e
si cominciò la sperimentazione della TV a colori, che esordì
ufficialmente negli USA nel 1953, segnando l’inizio dell’era
“moderna” della televisione. |
In Italia
la televisione in bianco e nero appare solo nel 1954.
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Nel
1953 nasce negli Stati Uniti il
primo sistema televisivo a colori veramente moderno,
funzionante secondo lo Standard NTSC (National
Television System Committee =
comitato per il sistema televisivo nazionale) che
si diffuse anche in Giappone, Canada, e parte dell’America
Latina. |
La
televisione a colori appare in Europa dopo il
1967 sotto forma di due nuovi Standard:
SECAM e PAL che tentavano su strade diverse
di correggere i difetti che intanto si erano evidenziati
nell’NTSC. |
Lo
Standard SECAM (SEquentiel Couleur
A Mémoire = sistema a colori sequenziale a
memoria), inventato in Francia si
diffuse nei paesi dell’EST europeo e in
Russia. |
Lo
Standard PAL (Phase Alternation
Line = righe ad alternanza di fase) inventato
in Germania dall’Ing. Walter Brunch della
Telefunken fu accolto in Italia e nel resto
dell’Europa. |
I tre
sistemi televisivi sono incompatibili tra loro, perciò un
televisore costruito negli Stati Uniti e previsto per il
sistema NTSC, non può funzionare in Europa
dove si trasmette in PAL o in SECAM
e viceversa. |
Esistono
però dei televisori oggi in cui è possibile scegliere il
tipo di standard in quanto contengono, al loro interno, i
tre tipi di decodificatori. |
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TRASMISSIONE DELLE
IMMAGINI |
Una
telecamera riprende la scena trasformando l’immagine in
un segnale elettrico televisivo che va a modulare una
portante a radiofrequenza trasmessa poi via etere da
un’antenna. |
Un’altra antenna opportunamente sintonizzata sulla
frequenza della stazione trasmittente riceve il segnale
a radiofrequenza che il televisore demodula
ritrasformandolo in un’immagine uguale a quella di
partenza. |
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TELECAMERA A COLORI |
La telecamera riprende
una scena a colori trasformando quindi l’informazione
racchiusa nell’immagine stessa in tre segnali elettrici
secondo lo schema seguente. |
La
luce proveniente dalla scena da riprendere entra
nell’obiettivo della telecamera che la raccoglie e la
separa nei tre colori fondamentali per mezzo di tre
lenti speciali, dette dicroiche, in grado di riflettere
soltanto il colore rosso la prima, e il colore blu la
seconda e di mandarle entro un tubo da ripresa in grado
di trasformarle in un opportuno segnale elettrico. |
La
luce verde, non deviata, entra direttamente nella
telecamera del verde. |
I tre
tubi da ripresa generano quindi tre distinti segnali
elettrici che racchiudono l’informazione presente
nell’immagine originaria, ma dopo averla scomposta nei
tre colori fondamentali:
rosso, blu
e verde. |
Risulta, infatti, che
dalla somma di questi tre colori, opportunamente
mescolati in varie proporzioni, si possono ottenere
tutti i colori possibili ed in tutte le più svariate
sfumature ottenendo pertanto qualunque immagine della
realtà. |
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Sono
prodotti dunque tre segnali elettrici corrispondenti ai
tre colori primari rosso,
blu e
verde, segnali
però che non sono trasmessi via etere indipendentemente. |
Per
motivi di compatibilità con i televisori in
bianco e nero, infatti, si trasmettono invece un
segnale di Luminanza, che rappresenta
l’intensità di luce complessiva della scena, somma dei
tre colori primari, e poi il segnale del
rosso e il
segnale del blu. |
In
questo modo un televisore in bianco e nero,
pur ricevendo i tre suddetti segnali, utilizza solo il
segnale di Luminanza e ignora i due
segnali del colore, mentre un televisore a colori
utilizza i segnali del
rosso e del
blu trasmessi e ricava il
verde, terzo
colore, sottraendo al segnale di Luminanza,
l’informazione del
rosso
e del blu. |
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TUBI DA
RIPRESA |
La
telecamera a colori quindi contiene tre tubi da ripresa
che generano tre segnali elettrici proporzionali alla
intensità di luce scomposta nei tre colori e contenuta
punto per punto nell’immagine. |
Esistono in commercio numerosi tipi di tubi da ripresa,
quali VIDICON, ORTICON, PLUMBICON ecc. i
quali rispondono in linea di principio allo schema di
figura: |
La
superficie fotosensibile colpita dalla
luce manifesta una maggiore o minore resistenza
elettrica a seconda che sia stata poco o molto
illuminata rispettivamente. |
Il
tubo a vuoto, d’altra parte, per mezzo di un
pennello elettronico emesso da un catodo
dalla parte opposta, colpisce lo stesso punto più o meno
illuminato determinando, a seconda della maggiore o
minore resistenza determinata dalla superficie
fotosensibile e quindi dalla maggiore o minore
luminosità dell’immagine in quel punto, una corrente
elettrica direttamente proporzionale all’intensità di
luce. |
Vi
sono poi tubi da ripresa più recenti realizzati allo
stato solido, a CCD (Charge
Coupled Device) che hanno il
vantaggio, rispetto ai tubi a vuoto, della robustezza
meccanica, delle dimensioni ridotte, della bassa
tensione di alimentazione. |
Sono
caratterizzati dall’avere una superficie ricoperta da
fotosensori in grado di produrre cariche
elettriche se colpiti dalla luce. |
Queste
cariche vengono poi trasferite all’esterno a mezzo di
lunghe file di registri a scorrimento integrati. |
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RIPRODUZIONE DELL'IMMAGINE |
Il segnale
elettrico così prodotto, è trasmesso, al televisore che lo
riceve. |
Ora il
pennello elettronico va esplorando tutta la superficie
illuminata per mezzo di righe orizzontali che nello
Standard PAL sono 625. |
Si
descrive pertanto un’immagine formata da 625
righe, venticinque volte al secondo suddivise però in
due semiquadri alternati per evitare lo
sfarfallamento. |
Sono
descritte prima le righe dispari e poi le righe pari,
cinquanta volte al secondo sia le prime sia le
seconde ottenendo così venticinque immagini complete al
secondo. |
Ciò
perché in una successione più rapida di dieci immagini al
secondo, per il fenomeno della permanenza dell’immagine
sulla retina dell’occhio umano, si ha la sensazione del
movimento, analogamente a quanto avviene per il cinema dove
si proiettano ventiquattro immagini al secondo, ottenendo
l’impressione del movimento mentre invece si tratta di
immagini ben ferme, trasmesse però in rapida successione. |
SEGNALE VIDEO COMPOSITO |
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Il
segnale video assume valori che vanno dal 10%,
per il bianco, al 75 % per il nero,
del valore del segnale composito totale determinando in
questo modo punto per punto lungo ogni riga l’intensità
del bianco o del nero che determinano la forma
dell’immagine sullo schermo. |
L’impulso di sincronismo di riga è
generato dalla telecamera che riprende la
scena alla fine di ogni riga quando il pennello
elettronico, deflesso dal segnale di deflessione
orizzontale, va a capo per ridescrivere una nuova riga. |
Il
televisore che lo riceve via etere, lo applica
all’oscillatore di riga e quindi al giogo di deflessione
orizzontale che, inversamente, manda a capo il pennello
elettronico che sta descrivendo l’immagine sullo schermo
consentendogli di descrivere una nuova riga in
sincronismo con quella del trasmettitore. |
Il
segnale televisivo composito comprende anche il
BURST di colore, il segnale di sincronismo
di colore cioè, che viene trasmesso anch’esso
alla fine di ogni riga, subito dopo il
sincronismo di riga come rappresentato
schematicamente nella figura precedente e che è
costituito da una decina di oscillazioni della portante
cromatica, necessarie per rigenerare la portante
cromatica in frequenza e in fase in ricezione essendo la
trasmissione del segnale cromatico a portante soppressa. |
Le
righe descritte in ogni quadro, nello Standard
PAL sono 625, e poiché sono
descritti 25 quadri al secondo, vengono
trasmesse 625 x 25 = 15.625 righe al
secondo. |
Questa è pure la frequenza
dell’oscillatore a dente di sega di riga che le traccia. |
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SCHERMO
TELEVISIVO |
Lo schermo televisivo, per
convenzione internazionale, connessa ad una migliore
visibilità dell’immagine, ha un rapporto base /
altezza di 4 / 3 e la sua misura in
pollici indica la lunghezza di una diagonale.
Vengono descritte prima le
righe dispari e poi quelle pari, alla frequenza di 50
semiquadri al secondo, quindi 25 quadri al
secondo. |
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Il
pennello elettronico è guidato nel suo movimento dal segnale
di deflessione orizzontale e da quello verticale che gli
consentono di descrivere tutto il quadro partendo
dall’angolo in alto a sinistra e scendendo gradualmente fino
a descrivere tutto il primo semiquadro e tornando poi a capo
per descrivere il secondo semiquadro. |
Il segnale
video, ricavato dalla telecamera, è trasmesso via etere e
ricevuto da tutti i televisori sintonizzati sulla stessa
stazione che disegnano la stessa riga, essendo sincronizzati
con la telecamera della sala di regia per mezzo di opportuni
segnali di sincronismo che sono aggiunti alla
fine di ogni riga. |
Alla fine
di ogni semiquadro, in pratica cinquanta volte al
secondo, è trasmesso un impulso di sincronismo
di quadro che consente al pennello elettronico di
ritornare all’inizio del quadro. |
Il segnale
di blanking invece serve per spegnere la
traccia durante il ritorno del pennello elettronico a capo
dopo ogni riga. |
Il segnale
video, gli impulsi di sincronismo, e i segnali di blanking
assumono il nome di segnale televisivo composito che ha la
forma di seguito indicata. |
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CINESCOPIO TELEVISIVO |
Il cinescopio televisivo è
essenzialmente un grosso tubo di vetro spesso, entro il
quale è stato praticato il vuoto spinto ed al quale è stata
applicata una differenza di potenziale di circa 15 KV
per quelli in bianco e nero, e di circa 25 KV
per quelli a colori, tra l’anodo, cioè la parte interna
dello schermo, ed il catodo, costituito dal cannone
elettronico.
Il cannone elettronico,
catodo, emette elettroni che, opportunamente deflessi dal
giogo di deflessione magnetico, situato sul collo del tubo,
arrivano sullo schermo colpendo particolari vernici che
producono luce. |
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Le singole righe
dell'immagine vengono descritte dal pennello elettronico,
come indicato nell'animazione, partendo da sinistra verso
destra al ritmo di 625 righe ogni
venticinquesimo di secondo, cioè 15.625 righe al
secondo. |
Gli elettroni devono anche
attraversare un foglio trasparente metallizzato che funge da
anodo e che ha anche la funzione di specchio riflettente per
la luce perché essa, una volta prodotta, invece di
rientrare nel tubo venga riflessa all’esterno. |
Nel cinescopio a
colori, lo schermo è costituito da più di
quattrocentomila fosfori che producono luce colorata dei
tre colori rosso, blu e verde, quando vengono colpiti
dagli elettroni, generati da tre cannoni elettronici. |
La
telecamera ha anche un microfono incorporato che,
sensibile al segnale sonoro, produce i segnali elettrici
audio. |
I
segnali da trasmettere sono dunque nel complesso: |
1) Y = R + B + V = SEGNALE DI LUMINANZA |
2) R - Y = SEGNALE DEL ROSSO |
3) B - Y = SEGNALE DEL BLU |
4) SEGNALE AUDIO |
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SPETTRO
DEL SEGNALE TELEVISIVO AM |
Il
segnale di luminanza è modulato in VSB ( VESTIGIAL
SIDE BAND = BANDA LATERALE RESIDUA)
e viene trasmesso con la portante ridotta di ampiezza,
con la banda laterale destra per intero e una piccola
parte della sinistra. |
Il
segnale audio viene modulato in frequenza, (FM)
e la sua portante è allocata a 5,5 MHz a
destra della portante video, come in figura. |
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TRASMISSIONE DEL COLORE |
I segnali del colore,
R - Y e B - Y modulati con
due portanti della stessa frequenza, ma sfasate di
90° fra loro, sono trasmessi a portante
soppressa e modulati sia in fase sia in ampiezza. |
Nella
fase è racchiusa l’informazione della tinta del colore
(tonalità), nell’ampiezza è racchiusa
l’informazione della saturazione del colore
(intensità). |
Dalla
combinazione dei due segnali di colore, R - Y e B
- Y si ottengono tutte le sfumature possibili di
tonalità e di intensità di colori che possono esistere. |
In
ricezione i televisori in bianco e nero
ignorano il segnale di crominanza,
utilizzando solo quello di luminanza che
mandano all’unico cannone elettronico del cinescopio
televisivo. |
I
televisori a colori, invece, dalla combinazione fra i
tre segnali Y, R - Y,
B - Y, riottengono i tre segnali di colore
di partenza R (rosso),
B (blu),
V (verde) che
mandati ai tre cannoni elettronici dei tre
corrispondenti colori riproducono sullo schermo con i
fosfori un’immagine analoga a quella ripresa dalla
telecamera in trasmissione. |
Una
maschera forata, presente davanti allo schermo del
cinescopio a colori consente al pennello elettronico del
rosso di colpire solo i fosfori del rosso e non gli
altri, e così anche per gli altri tre pennelli
elettronici.
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Le
gamme di frequenza impiegate in Italia per le
trasmissioni televisive via etere oggi sono le
VHF e le UHF e la larghezza di
banda complessiva di un canale televisivo è di 7
MHz per i canali VHF e di 8
MHz per i canali UHF. |
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SCHEMA A BLOCCHI DEL
RICEVITORE TELEVISIVO IN B/N |
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